Ci siamo. Dopo due mesi di scontro politico, il nuovo anno scolastico è alle porte. In questi due mesi abbiamo assistito a una battaglia senza esclusione di colpi: ad annunci del Governo hanno fatto seguito repliche delle opposizioni, non sono state risparmiate frasi a effetto tra le due parti, sono volate offese e anche ingiurie di pessimo gusto. Il solito “teatrino” della politica, si dirà. No, lo scontro ha avuto risvolti inattesi: tutti hanno concordato sul ruolo primario e strategico della Scuola (era ora) ma sulle misure da adottare per farla ripartire in sicurezza tutti la pensano diversamente. E così sono arrivati annunci, proclami, dichiarazioni di principio cui hanno fatto seguito Circolari, Protocolli, Linee Guida, pareri, orientamenti e quant’altro da parte della compagine governativa e, dall’altra parte, ci sono state accuse di ritardi, di inefficienze, di eccessivo protagonismo e così via. Sul fatto che le scuole debbano riprendere sono tutti concordi; non è pensabile rinviare ancora, lasciando sulle famiglie il peso di una mancata ripresa. Di fatto il premier Conte, alla fine, ha preso in mano le redini della situazione, esautorando in sostanza la ministra Azzolina e commissariando, di fatto, la Scuola. La Ministra stessa ci ha messo molto del suo nella vicenda, accusando le OO.SS. di boicottare la ripresa delle attività per non si sa quali interessi di categoria. E siamo così arrivati alla vigilia del primo settembre. Ci si chiede: siamo pronti per ripartire? Ci sono le condizioni per la ripresa in piena sicurezza? Ci sono gli organici adeguati per far fronte alla nuova situazione? Ci sono gli spazi necessari? E i banchi? Cose non di poco conto e non sono certo gli unici interrogativi. A oggi, inutile girarci intorno, la risposta è no, per alcune di queste domande non può esserci altra risposta. Certo, il primo settembre inizia l’anno scolastico e le attività didattiche, invece, inizieranno il 14 (salvo ripensamenti a livello di singole Regioni). A tutto ciò si aggiunge la risalita importante del numero dei contagi che, di certo, non permette sonni tranquilli. Se ci riferiamo agli operatori scolastici (Dirigente, docenti, personale Ata) c’è la consuetudine di trovarsi pronti da sempre: in fondo fa parte del mestiere essere attrezzati a qualunque evenienza.. Ma qui siamo di fronte a un’emergenza nuova, a una situazione mai affrontata prima. Il COVID 19, inutile nasconderlo, porterà a una rivisitazione del ruolo di ogni singolo operatore scolastico, che dovrà essere attento molto più alla situazione sanitaria che a quella didattica. Ironizzando sull’argomento possiamo prevedere che il Dirigente scolastico diventerà Dirigente Sanitario e che docenti e personale Ata si trasformeranno in una sorta di funzionari Asl, con funzioni a metà tra i registratori di contatti e volontari del 118. Insomma, prefigurando uno scenario non impossibile, si passerà dalla ” Didattica a Distanza alla Distanza dalla Didattica”, dovendo privilegiare l’aspetto sanitario rispetto a tutto il resto. Conoscendo i docenti siamo fiduciosi che sapranno contemperare le esigenze didattiche con le attenzioni necessarie alla vigilanza sul rispetto delle norme anticovid. 

Non resta che augurare a tutti una ripresa tranquilla e proficua delle attività, nella consapevolezza che sì, ci sarà tanto da fare ma siamo attrezzati per farlo e per farlo bene.

Buon lavoro e buona scuola.

                                                                                     Claudio Guerrini