L’ultimo mese di attività didattica (sia pure a distanza) si è aperto con una bellissima notizia: le classi terza e quinta della primaria Teofoli hanno vinto 5 tablet per ciascuna classe nel Concorso organizzato da Scuola Attiva, inerente l’Ora di Futuro.
Nel fare i complimenti  agli alunni e ai  loro docenti per tale prestigioso riconoscimento, che apre nel migliore dei modi questa ultima parte di anno scolastico, vengono in mente alcune riflessioni sulla DaD e soprattutto sulle prospettive che tale metodologia di didattica potrà implicare.

Ancora non siamo in grado di conoscere come sarà, a settembre, la ripresa delle attività scolastiche, circolano molte ipotesi (forse troppe) su inserimenti scaglionati, alunni in parte in classe in parte a casa in video-lezione, doppi turni e così via. Di certo si può affermare che la DaD non può essere la modalità privilegiata o tanto meno unica per fare scuola; la scuola, per essere tale, ha bisogno di sentirsi una comunità, gli alunni devono poter interagire tra loro e con i docenti, tra loro e con i collaboratori scolastici, tra loro e anche col dirigente scolastico quando necessario. La scuola è fatta di rapporti, di relazioni, di interazioni, e se tali presupposti vengono meno non si può parlare di vera scuola. La DaD va bene per momenti eccezionali che, appunto, devono rimanere tali, altrimenti viene meno il ruolo stesso del docente che cessa di essere insegnate e diventa qualcosa di diverso, che non sa nemmeno lui stesso cosa è e cosa deve fare. 
In questo periodo di DaD, alla quale nessuno era preparato, i docenti hanno risposto “presente”, si sono rimboccati le maniche si sono inventati nativi digitali e hanno fatto fronte all’emergenza. Ma l’emergenza, sta nel nome stesso, non può essere e non potrà mai diventare la quotidianità, la normalità.
Un appello, accorato, quindi, va ai nostri Governanti, alla task force che il Ministero ha approntato, affinchè nel prossimo settembre si trovino le modalità per riprendere la Scuola, quella vera, quella di cui si parlava prima. Sappiamo tutti che non sarà facile, che l’emergenza sanitaria non è conclusa, che sta arrivando anche un’altra emergenza, quella economica. Ma se si vuole che la Scuola torni ad essere sè stessa, una comunità educante per la formazione e lo sviluppo del cittadino, una soluzione va assolutamente trovata. Altrimenti continueremo con qualcosa che è altro, che  consentirà forse di tirare avanti ma che non potrà mai essere Scuola.
Un abbraccio a tutti e buon lavoro.
                                       IL DIRIGENTE SCOLASTICO
                                           – dott. Claudio Guerrini